Lo spostamento di una porta interna concede al proprietario di casa la possibilità di riadattare gli spazi conformemente alle proprie necessità: senza necessità di un restauro integrale di tutto l’appartamento, dunque, è ben possibile riorganizzare agevolmente ed efficacemente gli ambienti domestici, allargando alcune aree o cambiando le modalità di accesso alle stesse.
In merito a ciò, sorge una domanda frequente: è essenziale o meno eseguire una nuova registrazione catastale in queste circostanze? È possibile spostare una porta interna senza intraprendere procedimenti edilizi lunghi e costosi?
Spostare una porta interna è quasi sempre possibile
Partiamo dal presupposto che, sotto l’aspetto tecnico, lo spostamento di una porta è normalmente realizzabile: quando la parete non ha un ruolo portante, sia che si tratti di una struttura in cartongesso sia di mattoni forati, l’operazione può infatti essere eseguita con pochi disagi… purché si sopporti un po’ di polvere e di rumore per alcune ore.
In caso contrario, quando la parete è portante, la situazione potrebbe diventare più intricata, ma non per questo impossibile da gestire. È tuttavia necessario, rispetto alla prima ipotesi, coinvolgere in maniera ancora più attenta un ingegnere strutturista che possa garantire l’esecuzione dell’operazione in maniera sicura e valutare eventuali interventi aggiuntivi per garantire la stabilità dell’edificio.
Quali procedure avviare per il trasferimento di una porta interna
Dopo aver esaminato gli aspetti tecnici, non si può fare a meno di evidenziare che, per spostare una porta interna da una parete all’altra, è necessario dar seguito a una pratica edilizia che varia in base al tipo di parete su cui verrà aperta la nuova apertura e delle caratteristiche dell’immobile. Fortunatamente, di norma tali procedure non risultano particolarmente intricate da seguire e rispettare.
Di fatti, nel caso in cui la porta sia trasferita su una parete sottile e non portante, di solito è sufficiente presentare una CILA (Comunicazione di Inizio Lavori Asseverata) presso l’ufficio tecnico del Comune competente per la zona. Questo documento, redatto da un professionista qualificato come un architetto o un ingegnere, è sufficiente per attestare la conformità dei lavori alle norme vigenti, facilitando così l’avvio delle operazioni e la conclusione in tempi più brevi.
Tuttavia, nel caso in cui vi sia un maggiore grado di complessità (ad esempio, quando si tratta di una parete portante, la cui integrità è cruciale per la stabilità dell’edificio) il professionista incaricato dovrà presentare una SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività). La procedura richiederà, tra le altre condizioni, la presenza di un progetto statico approvato da un esperto abilitato, che dimostri la sicurezza dell’intervento.
La regolarizzazione del trasferimento della porta interna
Infine, si può brevemente esaminare il caso in cui il proprietario trasferisca la porta interna senza notificare nulla all’ufficio tecnico comunale e/o senza ottenere la documentazione necessaria.
In tal caso, sarà necessario regolarizzare quanto prima la situazione venutasi a creare presentando una pratica edilizia in sanatoria presso l’ente competente e avviare il processo di modifica della scheda catastale, che, pur non essendo elemento di regolarità sufficiente, rimane pur sempre fondamentale per mantenere la congruenza catastale dell’immobile in vista di eventuali future vendite dell’unità abitativa.
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