Come prevedibile, nel corso del quarto trimestre del 2022 il tasso tendenziale delle compravendite del settore residenziale ha invertito il segno e ha registrato una diminuzione del 2,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In termini assoluti, su un totale di oltre 208 mila transazioni realizzate nel periodo, sono state compravendute quattromila abitazioni in meno.
Come anticipato, i dati forniti dalle ultime Statistiche trimestrali da parte dell’Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia delle Entrate non sono arrivate inattese.
Osservando la serie destagionalizzata e la serie storica delle variazioni tendenziali, dopo i rialzi del 2021 – con il picco raggiunto nel secondo trimestre 2021 – la serie ha continuato a crescere in maniera più attenuata fino al trimestre in commento, che ha rappresentato al fine della dinamica espansiva e l’inversione di tendenza, con i tassi in negativo.
Dove calano di più le compravendite
Osservando i dati a livello nazionale, emerge come le compravendite di abitazioni siano diminuite maggiormente nei comuni minori (- 2,6%) rispetto ai comuni capoluoghi (- 0,9%). Le perdite più consistenti sono in particolar modo concentrate nei comuni minori del Nord Est (- 6%), mentre gli scambi crescono in controtendenza nelle Isole (+ 5,1%).
Sul trimestre, le compravendite sono calate soprattutto nel mese di dicembre (- 4,7%), mentre nei due mesi precedenti la situazione degli scambi era in negativo ad ottobre (-1,1%) e leggermente positiva a novembre (+ 0,2%).
Cosa succederà ora
Per quanto riguarda il futuro, è sicuramente utile dare uno sguardo alle statistiche immobiliari fornite con il Sondaggio congiunturale del mercato delle abitazioni in Italia, pubblicato congiuntamente ai dati OMI.
Dalle analisi statistiche elaborate, emerge come il 64,9% degli agenti immobiliari intervistati abbia segnalato una sostanziale stabilità dei prezzi di vendita, con il saldo tra giudizi di aumento e di riduzione delle quotazioni immobiliari che è però tornato negativo per la prima volta dal II trimestre 2021.
Risulta poi essere di interesse rilevare come le attese delle agenzie immobiliari per il trimestre corrente rimangano sfavorevoli sul proprio mercato di riferimento, con il saldo tra auspici di miglioramento e previsioni di peggioramento che si è portato a – 25,6 contro il -28,1 dell’indagine precedente. Prevale anche la sensazione di pessimismo in relazione al mercato nazionale, su un orizzonte biennale.
Infine, le statistiche sottolineano come nel periodo in esame le compravendite finanziate con un mutuo ipotecario siano state pari al 65,3%, contro il 68% del trimestre precedente e che il loan-to-value, ovvero il rapporto fra l’ammontare del prestito e il valore dell’immobile, sia rimasto su valori elevati, intorno al 77%, pur in calo di quasi 2 punti percentuali rispetto alla precedente rilevazione.
Più della metà degli agenti immobiliari intervistati ha poi indicato come causa prevalente di cessazione dell’incarico a vendere il fatto che le offerte ricevute avessero un valore ritenuto troppo basso dal venditore, o che i prezzi richiesti siano stati giudicati troppo alti dai compratori. Cresce del 3,3% rispetto alla precedente rilevazione, portandosi al 28,2% la quota di operatori c he segnalano difficoltà nel reperimento del mutuo da parte degli acquirenti.
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