Mutui Casa: secondo quanto afferma l’ultima edizione del Barometro Mutui Crif, il primo trimestre 2017 si è chiuso con una consolidata tendenza da parte delle banche italiane: quella di preferire il contenimento degli spread applicati sui tassi fissi e sui tassi variabili ai propri mutui, favorendo in tal modo una maggiore convenienza nelle operazioni di indebitamento. La situazione, tuttavia, potrebbe cambiare molto presto.
Come è andato il primo trimestre 2017
Limitandoci per il momento sul fronte consuntivo, ed evitando di sporgerci in quello previsionale, dal Barometro Mutui Crif emerge come nel corso del primo trimestre la media dei migliori spread applicati sui tassi fissi sia stata pari a circa 40 punti base, mentre la media dei migliori spread applicati sui tassi variabili sia intorno ai 100 punti base.
Insomma, la tendenza al (lieve) rialzo che è stata registrata nel corso dell’ultimissima parte del 2016 ha subito una improvvisa e sorprendente frenata, con un segno tangibile che gli istituti di credito italiani hanno preferito rinviare al prossimo futuro le loro decisioni di aumento del costo del denaro applicato ai clienti. Ma per quanto tempo?
La ripresa è già iniziata
Probabilmente, per poter assistere a un incremento degli spread applicati sui tassi fissi e sui tassi variabili sui mutui, non bisognerà attendere ancora oltre. Il report relativo al mese di aprile, appena pubblicato, segnala infatti come gli spread medi sui mutui a tasso fisso abbiano segnato un deciso sviluppo, passando dai circa 40 punti base del primo trimestre 2017 ai circa 65 punti base del mese di aprile.
Non è naturalmente ben chiaro, almeno per il momento, se la tendenza di aprile fosse temporaneo o solo il primo segnale di un nuovo incremento dei tassi di interesse sulle nuove operazioni di mutui.
Appare piuttosto chiaro, invece, come il mantenimento dei tassi di interesse ai minimi storici e la presenza di bassi spread stiano continuando a spingere con vigore sia l’erogazione di nuovi mutui sia le surroghe, che nel comparto online continuano a rappresentare oltre la metà di tutte le nuove concessioni effettuate. Riteniamo comunque che il peso delle surroghe sia destinato a decrescere proprio nel corso dei prossimi trimestri, nella consapevolezza che – in tutta evidenza – chi aveva intenzione di surrogare un proprio finanziamento in corso di attuale ammortamento probabilmente lo avrà già fatto, o si starà apprestando a farlo in queste settimane, prima che i segnali di incremento dei tassi si facciano più insistenti, rendendo meno conveniente una simile transazione.
Il futuro a breve termine sembra dunque riservarci un panorama piuttosto “tracciato”. Alla crescita dei tassi dovrebbe infatti corrispondere anche una crescita degli importi medi richiesti e una crescita delle durate medie dei programmi di rimborso, anch’esse “figlie” della diminuzione relativa del peso delle surroghe, contraddistinte proprio da concessioni mediamente per importi e durate inferiori rispetto a quanto non avvenga con le nuove erogazioni di capitale.
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