È a tasso fisso, con spread ridotti e richiesto soprattutto per mandare in soffitta vecchi finanziamenti. È questo il profilo tipico di un mutuo casa erogato in Italia nel corso del secondo trimestre 2020, con la Bussola CRIF che ci dimostra come, almeno per il momento, il mercato del credito immobiliare non abbia subito delle variazioni inattese rispetto a quanto largamente previsto in epoca Covid-19.
Le surroghe trainano ancora le erogazioni
A ben vedere, però, il dato che risalta maggiormente all’interno dello studio effettuato da CRIF è quello legato all’andamento delle surroghe. La riduzione degli indici IRS verificatasi all’inizio del 2020 e poi ribadita nei mesi successivi ha infatti contribuito a sostenere elevato l’interesse nei confronti della rottamazione dei vecchi finanziamenti, con la sostituzione del mutuo che è diventata sempre più conveniente.
A conferma di tale impressione è possibile citare quanto sta accadendo alla ripartizione delle erogazioni per finalità sul canale online, assunto da CRIF come cartina tornasole dell’evoluzione del mercato tricolore dei mutui. In tale contesto, se fino al terzo trimestre 2019 le surroghe erano state relegate in una quota minoritaria di finalità di erogazione dei mutui, pari al 34% (contro il 55% delle operazioni di acquisto casa), oggi invece le surroghe pesano per il 66% del totale delle concessioni (contro il 28% delle operazioni di acquisto casa).
Indebitarsi conviene (e converrà, ancora per un po’)
Insomma, pur in uno scenario evidentemente incerto, con il clima di crisi economica che sta pesantemente condizionando le decisione delle famiglie italiane, una cosa sembra essere sicura: indebitarsi oggi per acquistare casa conviene, e converrà ancora per diverso tempo, considerato che non sembrano esserci dei segnali di cambiamento nei parametri di riferimento del mercato.
Le condizioni economiche alle quali le banche stanno sottoponendo i propri finanziamenti immobiliari sono infatti prossime ai minimi storici, con i migliori spread di offerta per i mutui a tasso variabile stabili intorno allo 0,8%, e quelli per i mutui a tasso fisso che sono solo in lieve crescita allo 0,3% (ipotesi su mutuo di 140.000 euro, a 20 anni, con LTV del 65%).
Il tasso fisso è un’opzione irrinunciabile
A completamento di questo breve aggiornamento, non possiamo che concludere con un rapido richiamo alle preferenze di forma tecnica di tasso da parte degli italiani, che si confermano in maniera sempre più prepotente nei confronti del tasso fisso.
È sempre la Bussola CRIF a ricordarci infatti come il tasso fisso stia assorbendo circa il 90% del totale delle preferenze, a conferma del fatto che bloccare oggi la rata del proprio mutuo per l’intero periodo di rimborso, approfittando di tassi fissi che sono prossimi ai minimi storici di sempre, costituisce una opportunità irrinunciabile, dinanzi alla quale è difficile dare un riscontro negativo.
Questo non significa, naturalmente, che indebitarsi a tasso variabile sia sempre e necessariamente una scelta errata. Per le durate più contenute (meno di 10 anni) l’opzione potrebbe infatti essere assunta in considerazione, nella consapevolezza che difficilmente i prossimi anni vedranno un forte rimbalzo dei parametri Euribor.
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