Condizioni abitative: sono i giovani a pagare il peggior prezzo

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Non è certamente una novità, né una sorpresa: sono i giovani italiani a pagare il prezzo più caro in termini di benessere economico e abitativo. A ribadirlo ancora una volta, aggiungendo alcuni utili spunti valutativi, è il report BES 2016 da parte dell’Istat, secondo cui le condizioni abitative degli italiani sarebbero mediamente tra le peggiori dell’Unione Europea allargata a 28 Paesi membri, con una particolare incidenza per i giovani adulti.

disagio abitativo giovani

Bassa qualità dell’abitazione

Stando al report dell’Istituto nazionale di statistica, nel nostro Paese, l’indice di bassa qualità dell’abitazione (inteso come la percentuale di persone che vivono in abitazioni sovraffollate e che presentano almeno uno tra i seguenti tre problemi: a) problemi strutturali dell’abitazione (soffitti, infissi,ecc.), b) non avere bagno/doccia con acqua corrente; c) problemi di luminosità) sarebbe pari al 9,6%, rendendo pertanto la Penisola ai margini della zona europea.
Come anticipato, però, il dato “cela” alcune differenze in termini territoriali e anagrafiche. Emerge infatti, dalla stessa analisi, che l’indicatore di bassa qualità abitativa scende all’8,4% al Nord e sale all’11,8% nel Mezzogiorno e, tra le regioni, vede un minimo del 5,4% per Valle d’Aosta e Friuli Venezia Giulia, e un massimo oltre il 17% per Abruzzo e Calabria.

I giovani stanno peggio

Se il dato di cui sopra non stupisce, non lo è nemmeno considerare che in generale sono gli anziani a trovarsi in condizioni abitative relativamente migliori: il “merito” è tuttavia legato al fatto che essi raramente vivono in situazioni di sovraffollamento (il 10%, contro li 41% dei minori e il 30% degli adulti tra i 18 e i 64 anni) e che molto più spesso sono proprietari della loro abitazione. Il 18,6% degli affittuari a prezzi di mercato (ovvero, non destinatari di politiche abitative) vive inoltre in abitazioni di bassa qualità, contro il 9,7% dei proprietari che pagano un mutuo e il 5,9% di quelli che non lo pagano (ancora una volta, in maggioranza anziani).
Peraltro, purtroppo, il dato ben si integra con quello relativo alla difficoltà economiche complessive: nel report 2016 l’Istat comunica che ben un quarto della popolazione dichiara di vivere in famiglie che arrivano a fine mese con molta difficoltà, con un valore che è di 2,5 volte superiore a quelli rilevati nel Nord e nel Centro e con le incidenze più elevate che ancora una volta si osservano per Sicilia e Campania (quelle più basse si trovano invece in Veneto e in Trentino-Alto Adige). In aggiunta, oltre che nel passaggio dal Mezzogiorno al Nord la difficoltà ad arrivare a fine mese diminuisce all’aumentare dell’età, superando addirittura il 17% tra i minori e i giovani con meno di 24 anni e scendendo al di sotto del 14% tra gli anziani.

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