L’ultimo dossier elaborato da Crif ha posto l’accento sull’esistenza di uno scenario previsionale piuttosto incerto per il mercato immobiliare, e per le relazioni tra il comparto delle compravendite residenziali e quello creditizio.
Le richieste di nuovi mutui nel corso del primo semestre 2019 hanno infatti subito un deciso rallentamento, facendo segnare un – 9,4% che sembra essere determinato sia dalla diminuzione della componente dei mutui per surroga, sia da una presa di posizione più cauta da parte dei privati e delle famiglie che stanno valutando se acquistare o meno casa, posticipando tale decisione in assegna di un rasserenamento delle condizioni economiche. Il tutto, in un ambiente in cui le strategie di tasso iniziano a cambiare, e di valori ancora stagnanti…
Spread su tassi fissi in crescita
Tra i dati più interessanti del dossier della Centrale Rischi troviamo la conferma del trend crescente degli spread sui mutui a tasso fisso. In un panorama in cui non vi sono novità su quelli a tasso variabile, la remunerazione applicata dalle banche ai parametri di riferimento per il costo del denaro delle operazioni a tasso fisso subisce un incremento allo 0,6%.
Uno sviluppo del quale, probabilmente, i mutuatari non si sono accorti: il tasso finito è infatti rimasto sostanzialmente stabile, o addirittura in lieve calo, grazie alla contrazione degli indici IRS sul periodo, diminuiti dello 0,7%. Insomma, i tassi fissi sui mutui sono rimasti quasi invariati negli ultimi mesi, ma a cambiare – e non marginalmente – è stata la composizione del costo del denaro per i mutuatari, con accentuazione della quota “bancaria”, e contrazione della quota IRS.
Mercato residenziale, confermato il grande interesse degli italiani
È ancora il dossier Crif a ricordarci quanto sia elevato l’interesse delle famiglie italiane per il mercato immobiliare, considerato che le compravendite residenziali sono cresciute nel primo trimestre dell’8,8%, e dunque in crescita rispetto al + 6,6% che aveva contraddistinto l’intero 2018. Viene così a ribadirsi un trend crescente del business residenziale, per quattro anni consecutivi, favorito da valori di mercato attraenti e da un costo dell’indebitamento mai così contenuto.
Semmai, a costituire un elemento di più netto miglioramento è il tema dei prezzi. Il valore al metro quadro degli immobili che nel secondo trimestre 2019 stati offerti a garanzia del mutuo è stato pari al – 2,0%, affermando così, ancora una volta, la difficoltà nello stabilizzare in maniera definitiva i prezzi commerciali.
Più nel dettaglio, gli immobili nuovi hanno però fatto registrare una dinamica positiva, pur in rallentamento, con un + 0,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Di contro, il prezzo al metro quadro degli immobili usati ha mostrato un’ulteriore frenata segnando un – 2,3%.
In ambito territoriale, notiamo come l’unico incremento in Italia si sia registrato nella macro area Sud e Isole (che pur, in diversi recenti dossier, era considerabile come l’area in maggiore stato di sofferenza): nel secondo trimestre 2019 qui i prezzi sono cresciuti dello 0,3% rispetto al secondo trimestre 2018. La macro area con la peggiore prestazione è invece stata quella del Centro, in cui i valori di mercato sono calati del 5,2% su base annua.
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