Mutui casa, le previsioni per la chiusura del 2023

Barometro CRIF
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Anche se per avere i dati puntuali su tutto il 2023 occorrerà attendere ancora diverse settimane, non è certo troppo presto per cercare di fare una sintesi di quanto accaduto quest’anno, un periodo particolarmente complicato per il settore creditizio legato alla casa, che dovrebbe procedere verso una chiusura decisamente negativa: a fornire gli ultimi dati, relativi ai primi 9 mesi dell’anno, è il Barometro Mutui CRIF, secondo cui nei primi nove mesi dell’anno le richieste di mutui casa hanno fatto segnare un passo indietro del 19,4% rispetto a quanto realizzato nello stesso periodo dell’anno precedente.

Certo, è pur vero che la parte conclusiva dell’anno ha le carte in regola per garantire al settore qualche segnale positivo: a settembre, infatti, si è registrata un’attenuazione del calo dei mutui, con una discesa al -9,2% su base annua. Tra le diverse forme tecniche dei mutui, le surroghe performano meglio, con un passo indietro del 17,3% contro il 24,9% della flessione dei nuovi mutui.

Mutui casa, l’importo medio rimane stabile

A fronte di un’evidente diminuzione delle richieste di finanziamenti, nei primi 9 mesi dell’anno è rimasto stabile l’importo medio richiesto (- 0,3%), con un valore complessivo di 144.162 euro che però è stato rivisto in aumento nel mese di settembre (+ 1,2%), che si conferma così un periodo relativamente positivo per i mutui casa, soprattutto se confrontato con quello precedente.

In generale, in questi ultimi mesi, le richieste di finanziamento per le famiglie italiane hanno subito un rallentamento a causa dell’inflazione e del contesto geopolitico. Pertanto, un tema cruciale per le banche, da qui ai prossimi mesi, sarà quello della sostenibilità e della qualità del credito” – dichiara Simone Capecchi, Executive Director di CRIF.

Le fasce di importo e le durate dei mutui

Passando poi all’analisi per fascia di importo, rileviamo come tra i mutui più gettonati vi siano ancora una volta quelli che si collocano all’interno del range tra 100.000 e 150.000 euro, con il 29% del totale delle richieste. La seconda fascia di maggiore rilievo è quella dei mutui tra 150.000 e 300.000 euro, che assorbe il 26% delle richieste, mentre quasi il 40% dei mutui riguarda richieste di importi fino a 100.000 euro, in buona parte surroghe.

Sul fronte dell’analisi per fasce di età dei richiedenti, rileviamo poi come coloro che hanno tra i 25 e i 44 anni rappresentino più di 6 mutuatari su 10. Molto marginale la quota di under 25, che non supera il 4%.

Procedendo in conclusione con l’analisi dei mutui per durata del piano di ammortamento, quasi l’80% delle richieste prevedono rimborsi che superano i 15 anni, mentre il 35,8% dei mutui ha una durata tra i 25 e i 30 anni. Circa il 9% dei finanziamenti ha invece una durata che si spinge oltre i 30 anni. Insomma, una tendenza piuttosto chiara del fatto che le famiglie italiane preferiscano non gravare eccessivamente sul bilancio familiare e che, proprio per questo motivo, preferiscano allungare il più possibile il programma di rimborso.

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