In un report privo di sostanziali sorprese, l’ABI ha confermato che i tassi di interesse applicati alle nuove operazioni di acquisto casa permangono su livelli minimi storici, e che gli italiani confermano la propria propensione affezionata a indebitarsi a tassi di interesse fissi. Uno scenario che potrebbe tuttavia variare nel corso dei prossimi mesi, considerato il mutevole contesto macroeconomico italiano, e le turbolenze sui mercati finanziari.
Tassi medi all’1,79% a settembre
Nel suo bollettino aggiornato al mese di settembre, l’ABI conferma come il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni sia sceso ancora nel mese di settembre, contraendosi all’1,79% contro l’1,85% medio del mese di agosto, ed evidentemente lontano dal 5,72% che era stato toccato alla fine del 2007, agli albori della lunga crisi economico finanziaria che ha colpito il Paese.
Difficile, comunque, che i tassi possano scendere ancora. Il livello raggiunto sembra essere un floor abbastanza solido, e le politiche creditizie delle banche – oramai in fase di concretizzazione – sembrano favorire un rialzo del costo del denaro nei confronti della propria clientela, in uno scenario di spread più ampio di qualche mese fa, e di un futuro incerto sulle condizioni di finanziamento.
Prevale il tasso fisso
A conferma di quanto appena rammentato, trova facile giustificazione la tendenza degli italiani a preferire l’indebitamento a tasso di interesse fisso, un’opzione scelta da tre quarti delle nuove erogazioni.
Indiscutibilmente, l’indebitamento a tasso invariabile risulta essere la propensione più supportabile per la maggioranza dei nuovi mutuatari, che scegliendo un tasso fisso hanno la certezza di evitare qualsiasi rincaro futuro dei tassi indicizzati alle condizioni di mercato. Congelare l’onerosità del mutuo agli attuali livelli può dunque essere strategia sufficientemente accorta, relegando le operazioni a tasso variabile ai soli piani di rimborso a breve – media scadenza (entro i 5 anni).
Stock mutui ancora in crescita
Sempre nel proprio bollettino, inoltre, l’ABI informa come ad agosto 2018 sia cresciuto ancora lo stock dei mutui in essere presso le famiglie italiane, che fa registrare una variazione positiva del 2,2% su base annua.
L’ABI cita anche i dati al 30 settembre 2018 forniti dalla Banca d’Italia, dai quali emerge come i prestiti a famiglie e imprese siano in crescita su base annua del 2,1%, proseguendo così una positiva dinamica complessiva del totale dei prestiti in essere (il tasso di variazione su base annua è oramai positivo da più di 2 anni).
Qualità del credito stabile
Il bollettino ABI si sofferma infine sulla qualità del credito, con sostanziale stabilità dei volumi di sofferenze nette (ovvero, quelle al netto delle svalutazioni e degli accantonamenti effettuati con mezzi propri dagli istituti di credito). Ad agosto il volume è stato pari a 40,5 miliardi di euro, in aumento lieve rispetto ai 40,1 miliardi di euro del mese precedente, ma in deciso calo (- 46,3 miliardi di euro) rispetto al dato di dicembre 2016 (86,8 miliardi di euro).
Ricordiamo infine come il livello massimo delle sofferenze nette si sia toccato a novembre 2015, per un volume di 88,8 miliardi di euro.
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