Senza che rappresenti una sorpresa per contenuti, qualità e quantità, il barometro di Crif ha fornito agli addetti del settore e ai soggetti interessati un quadro panoramico abbastanza prevedibile, simboleggiato principalmente dal dato complessivo: le richieste di nuovi mutui e surroghe sono calate del 10,8% rispetto allo stesso mese di gennaio di un anno fa, per “colpa” delle seconde, piuttosto che dei primi.
Per avere una conferma dell’affermazione di cui sopra è d’altronde sufficiente dare uno sguardo ai successivi dati che approfondiremo nel nostro focus odierno: durate sempre più estese e importi richiesti sempre più alti sono il frutto di un esaurimento della spinta delle surroghe, e di una ricalibrazione del mercato verso il consolidamento di un’operatività più “ordinaria” rispetto alle anomalie del lungo periodo di crisi.
Sale l’importo medio dei mutui
Tra le altre statistiche di maggiore rilevanza emerse dal Barometro Crif è notabile anche quella relativa all’importo medio richiesto, in incremento a 125.724 euro: è tuttavia l’intera fascia oltre i 150 e i 300 mila euro a subire una buona accelerazione, con uno sviluppo di 0,9 punti percentuali anno su anno che conduce tale range a rappresentare il 20,4% del totale.
La fascia relativamente più importante è comunque quella tra i 100 e i 150 mila euro (29,3%), davanti proprio a quella dei mutui oltre i 150 mila euro) e, ancor prima, a quella dei mutui di importo più ridotto, sotto i 75 mila euro, che cedono lo 0,9 per cento al 26,8% del totale.
Cala l’età media dei richiedenti
Se a crescere è l’importo medio richiesto, lo stesso non si può certamente dire per quanto concerne l’età media dei “nuovi” mutuatari, che – complice l’affievolimento delle surroghe, richieste soprattutto da persone che sono tendenzialmente più in là con gli anni – premia ora i richiedenti di fascia anagrafica compresa tra i 25 e i 34 anni, in incremento di 1,7 punti percentuali al 25,4% (prima di loro, la fascia di under 25 pesa per il 2,5%).
La fascia anagrafica che perde più terreno è anche quella più importante: i richiedenti di età compresa tra i 35 e i 44 anni sono i più numerosi (34,6%), ma in un anno cedono 1,1 punti percentuali. Nutrita è ancora la popolazione di nuovi mutuatari oltre i 45 anni: quelli tra 45 e 54 anni pesano per il 24%, quelli tra 55 e 64 anni il 10,6%, quelli sopra i 65 anni il 3%.
I mutui entro i 15 anni scendono sotto il 30%
A finale conferma dell’evoluzione calante delle surroghe, vi è anche l’evidenza di come le richieste di mutuo si stiano spostando verso durate sempre più lunghe: nel primo mese del 2018 meno di 3 domande su 10 anni hanno riguardato finanziamenti sotto i 15 anni, con la sola fascia tra i 10 e i 15 anni che ha perso 2,8 punti percentuali al 16,3% del totale.
Di contro, guadagna ben 3 punti percentuali la fascia di durata tra i 25 e i 30 anni, ora pari al 23%, mentre un altro 21,5% si concentra nella fascia temporale tra i 21 e i 25 anni. La fascia temporale più utilizzata è stata ancora una volta quella tra i 16 e i 20 anni, per il 25,2% del totale.
Fonte:
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