I nuovi dati forniti dal Barometro CRIF, aggiornati alla fine del mese di novembre, hanno confermato un sentore già ben condivisibile tra gli addetti al settore: le richieste di mutui sono in forte contrazione a causa della perdita di efficacia del contributo delle surroghe, con sempre meno italiani che stanno mostrando il concreto interesse per la sostituzione del proprio originario finanziamento.
D’altronde, c’è poco di cui stupirsi: chi aveva convenienza a surrogare il proprio mutuo lo ha probabilmente già fatto, e la quota di mutuatari che oggi sta valutando la surroga è petanto frutto di una minoritaria e residuale “rappresentanza”.
Mutui novembre 2017: importi e fasce
A ulteriore conferma di quanto sopra, giova brevemente rammentare la ripartizione degli importi richiesti a seconda delle diverse fasce. La situazione alla fine di novembre, calcolata come sommatoria dei dati tra gennaio e tale mese, è la seguente:
- 0 – 75.000 euro: 26,8%;
- 001 – 100.000 euro: 20,5%;
- 001 – 150.000 euro: 29,3%;
- 001 – 300.000 euro: 20,4%;
- Oltre i 300.000 euro: 3,0%.
Confrontando tali dati statistici con quelli che emergono dall’analisi del periodo gennaio – novembre 2016, emerge come la fascia più elevata (quella tra i 150.001 e i 300.000 euro) abbia guadagnato 0,8 punti percentuali di peso relativo, mentre la fascia più bassa (tra 0 e 75.000 euro) abbia perso 0,8 punti percentuali di peso relativo.
Una “migrazione” di importanza ponderata che è presto spiegabile nell’assunto secondo cui le surroghe interessano generalmente richieste per controvalori più limitati rispetto ai nuovi mutui per acquisto casa, contribuendo a trascinare al ribasso l’importo medio dei finanziamenti, per un effetto che sta ora scemando.
Mutui novembre 2017: durate di rimborso
Simili valutazioni possono essere effettuate anche in relazione alle durate dei piani di ammortamento, che a causa della ridotta progressiva importanza delle surroghe si stanno nuovamente allungando.
Questa risulta infatti essere la distribuzione delle fasce di durata alla fine del mese di novembre 2017:
- Fino a 5 anni: 1,1%;
- 6 – 10 anni: 10,2%;
- 11 – 15 anni: 18,3%;
- 16 – 20 anni: 24,6%;
- 21 – 25 anni: 21,5%;
- 26 – 30 anni: 22,2%;
- Oltre i 30 anni: 2,1%.
In questo scenario, notiamo come la durata più ampia, tra i 25 e i 30 anni di estensione temporale, abbia guadagnato 1,8 punti percentuali, mentre quella tra 5 e 10 anni di durata abbia in realtà perso la stessa proporzione, a conferma del ridotto peso delle surroghe, le cui durate sono tendenzialmente inferiori a quelle dei nuovi mutui in erogazione.
Chiarito quanto sopra, i segnali forniti dalle principali analisi evolutive sembrano confermare come in realtà il trend sopra tracciato dovrebbe proseguire anche nel corso dei prossimi mesi, con il peso relativo delle surroghe che dunque dovrebbe andare gradualmente a diminuire, fino a ricondursi in un margine di relativa trascurabilità rispetto alla principale mole rappresentata dalle nuove erogazioni.
Ci attendiamo pertanto un progressivo mutamento dei dati, in linea con un lento e progressivo ritorno alla “normalità”.
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