I tassi variabili in continua crescita hanno riacceso l’interesse dei privati e delle famiglie italiane per le surroghe: a conferma di ciò è sufficiente dare uno sguardo agli ultimi dati forniti dalla Bussola Mutui CRIF, secondo cui sul finire del 2022 la domanda di mutui per surroga è tornata a sfiorare un quarto delle richieste complessive, contro l’11% di un trimestre prima.
È chiaro l’intento di un crescente numero di mutuatari di bloccare il costo del proprio mutuo prima che le rate del finanziamento a tasso variabile continuino ad apprezzarsi a causa dell’incremento dell’Euribor.
La crescita dei tassi variabili spaventa i mutuatari
Per avere una consapevolezza più specifica di quanto sta avvenendo si può riassumere brevemente l’evoluzione dei tassi degli ultimi mesi.
In particolare, l’indice Euribor a 3 mesi è passato dall’avere un valore medio dell’1,43% a ottobre a un 2,23% medio a dicembre, mentre nello stesso periodo l’indice IRS a 20 anni è passato dal 2,96% al 2,57%.
Insomma, nell’arco di un trimestre il gap sussistente tra i parametri di indicizzazione dei tassi variabili e quelli dei tassi fissi si è ridotto drasticamente, invogliando sempre più potenziali mutuatari a sposare il tasso di interesse fisso e, così facendo, mettersi al riparo dai futuri prevedibili incrementi del costo del denaro.
Peraltro, questo comportamento divergente dei tassi non dovrebbe stupire. I tassi Euribor seguono infatti da vicino la politica monetaria della BCE e i rialzi attesi sui prossimi mesi del tasso dell’Eurotower. Di contro, l’andamento dei tassi IRS sconta l’attesa della politica monetaria sul lungo termine, che viene ora interpretata come meno restrittiva di quanto non si potesse immaginare qualche mese fa.
Alla luce di ciò, le richieste dei mutui a tasso fisso passano dal 58% del terzo trimestre al 72% dell’ultimo trimestre dell’anno, con buone prospettive di un ulteriore sviluppo. Allo stesso tempo, l’incremento dell’Euribor ha visto questo parametro a 3 mesi crescere del 2,58%, salendo dal negativo -0,55% del gennaio 2022 al 2,30% di gennaio 2023.
La domanda di surroga continua a crescere
Lo scenario di cui sopra ha favorito anche l’evoluzione della domanda di mutuo con finalità di surroga, attesa in ulteriore rafforzamento nel corso dei prossimi trimestri, considerate le aspettative di aumento dell’Euribor a 3 mesi nel corso della rimanente parte del 2023.
Nel corso dell’ultimo quarto del 2022, la ripartizione percentuale delle richieste per finalità di mutuo ha permesso alla surroga di risalire al 24% contro un minimo dell’8% toccato a metà dello scorso anno, su valori praticamente comparabili a quelli del terzo trimestre 2021. Se a ciò aggiungiamo un ulteriore 2% di mutui richiesi per sostituzione e liquidità, ne deriva che più di un mutuo su quattro richiesto nell’ultimo trimestre preso in considerazione da CRIF è stato domandato per finalità di trasferimento del proprio originario mutuo.
Per quanto riguarda infine la tipologia di tasso al 72% di tasso fisso e al 18% di tasso variabile fa fronte una quota del 2% di tasso misto e un 9% di tasso variabile con cap, in dimezzamento rispetto al 18% del trimestre precedente.
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