Poche, o quasi assenti, sono le sorprese che emergono dal consueto bollettino mensile ABI aggiornato al mese di aprile 2019, riferito ai dati di febbraio / marzo dello stesso anno. Un documento che, sulla falsa riga di quelli dei periodi precedenti, afferma che le richieste di mutui crescono ancora, e che il costo del denaro sulle operazioni di finanziamento di acquisto abitazioni non sembra voler incrementare.
Tutto come previsto sul fronte mutui
Nel dettaglio, il bollettino ABI ci suggerisce come nel mese di febbraio i mutui alle famiglie siano cresciuti del 2,5% in termini di ammontare totale, e come nello stesso periodo – e fino al 31 marzo 2019 – i tassi di interesse sulle nuove operazioni di questo settore siano rimasti su livelli bassi, registrando dinamiche forse anche più decise delle attese.
Secondo il bollettino, infatti, il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni è stato pari all’1,87%, in flessione dall’1,91% di febbraio 2019 e del picco di 5,72% della fine del 2007. Contemporaneamente, il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento destinate alle imprese è calato dall’1,51% del mese precedente all’attuale 1,43%, ex 5,48% alla fine del 2007. In termini complessivi, il tasso medio sul totale dei prestiti è pari al 2,58%, contro il 2,59% del mese precedente e il 6,18% prima della crisi, a fine 2007.
Sofferenze ancora in flessione
Tra gli altri dati maggiormente positivi all’interno del bollettino mensile ABI spiccano poi le statistiche relative alle sofferenze nette, che nel mese di febbraio 2019 sono scese a 33,6 miliardi di euro, in netto calo rispetto ai 54,5 miliardi di euro di febbraio 2018 e ai 77 miliardi di euro che erano stati toccati a febbraio 2017. Rispetto al picco del dato statistico, la riduzione è stata pari a più di 55 miliardi di euro.
Il rapporto tra le sofferenze nette (cioè, le sofferenze lorde al netto degli accantonamenti effettuati dagli istituti di credito) e gli impieghi totali è oggi pari all’1,95%, contro il 3,16% di un anno fa e il 4,89% dell’inverno 2015, al picco della serie statistica.
E la raccolta?
Sul fronte della raccolta, il trend riscontrato dall’ABI sottolinea come i depositi siano aumentati a marzo di circa 43 miliardi di euro rispetto all’anno precedente, con una variazione del 3% su base annua. È invece in calo la raccolta a medio e a lungo termine, con le obbligazioni che hanno perso 23 miliardi di euro in valore assoluto in un anno (- 8,6%). La dinamica della raccolta complessiva è in crescita dell’1,2% a marzo 2019.
Sul fronte dei tassi sulla raccolta, nello stesso mese di marzo il tasso di interesse medio sul totale della raccolta bancaria da clientela è risultato essere stabile, allo 0,60%. Poco variati i tassi di dettaglio (depositi, PCT, e obbligazioni).
Chiudiamo infine con un breve riferimento all’ennesima conferma del bollettino ABI, con il margine (spread) fra il tasso medio sui prestiti e quello sulla raccolta a famiglie e a società non finanziarie che rimane in Italia su livelli storicamente molto bassi.
A marzo 2019 il dato risultava pari a 198 punti base, contro i 199 punti base del mese precedente e contro i 335 punti base della fine del 2007: l’elemento statistico viene ribadito dunque in perfetta stabilità mese su mese, ma in marcato calo rispetto agli oltre 300 punti base prima della crisi finanziaria.
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