La recente Legge sulla Concorrenza ha apportato alcune novità piuttosto importanti sul comparto immobiliare, prevedendo nuove regole sulle compravendite.
Nel dettaglio, l’intervento del legislatore ha introdotto il principio del “Deposito del prezzo al notaio“, sulla base del quale l’acquirente potrà richiedere al notaio di trattenere presso un proprio conto dedicato la cifra che lo stesso compratore verserà per l’operazione, da “trasferire” la venditore solamente al momento della trascrizione del trasferimento dell’immobile quando – cioè – la compravendita diventa definitiva a tutti gli effetti.
Che cosa deve fare il notaio
Quando il notaio riceve dall’acquirente la richiesta di intervento per la trattenuta del deposito (richiesta dinanzi alla quale la controparte venditrice – peraltro – non potrà opporsi), dovrà dunque prepararsi al versamento della somma presso il conto corrente dedicato, sul quale far confluire il denaro ricevuto.
Come anticipato, il denaro rimarrà sul conto dedicato fino al momento della trascrizione, ovvero fino al momento in cui, per l’acquirente, non vi sarà più alcun rischio di andare incontro alle cattive sorprese di cui spesso la cronaca si è arricchita, e che il legislatore ha voluto scongiurare: si pensi al rischio fraudolento delle doppie vendite, all’iscrizione di ipoteche sul bene immobile successivamente alla compravendita, e così via.
Le caratteristiche del conto
Come intuibile, il conto presso il quale il notaio dovrà depositare il denaro ricevuto dai clienti non potrà essere un qualsiasi conto corrente, ma dovrà essere un rapporto dedicato.
Gli interessi che dovessero maturare sul rapporto andranno allo Stato, che li utilizzerà per poter sostenere il fondo per le piccole e per le medie imprese. Il conto del notaio non farà parte del proprio patrimonio o di quello dello studio, e le somme depositate saranno impignorabili e non faranno parte degli asset in successione.
Le critiche della Fiaip
Nonostante i buoni intenti della novella, non tutti sembrano aver accolto con la giusta soddisfazione l’intervento normativo, tanto che la Fiaip, associazione di categoria degli agenti, ha interpretato la nuova norma come una vera e propria nuova tassa sulla casa. Ma per quale motivo?
Secondo quanto afferma Paolo Righi, ex-presidente dell’associazione, il deposito del prezzo al notaio sarebbe ascrivibile alla schiera delle leggi “inutili e dannose“, poichè crea una disparità piuttosto forte tra le parti, fino ad oggi bilanciate e tutelate, trasformando così il venditore in parte debole del contratto.
In aggiunta a quanto sopra, sottolinea Righi, “la sua applicazione creerà notevoli problemi a quei venditori che intendono vendere la propria abitazione per comprarne subito un’altra: sarà quasi impossibile per chi vende casa impegnarsi all’acquisto di una nuova abitazione, non potendo contare sul denaro proveniente dalla vendita del proprio immobile”.
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