Negli scorsi giorni Banca d’Italia ha diffuso la sua ultima rilevazione relativa al sondaggio congiunturale sullo stato di salute del mercato immobiliare delle abitazioni in Italia. Un ricco dossier di numeri e di statistiche, dal quale è altresì possibile elaborare una risposta alla domanda che abbiamo reso protagonista del nostro odierno approfondimento. Ovvero: perché si ritira l’incarico a vendere all’agente immobiliare?
Le cause prevalenti di cessazione
Cominciamo con un primo sguardo alle determinanti prevalenti, ricordando che stando al sondaggio sopra citato la causa prevalente di cessazione dell’incarico a vendere rimane pur sempre l’assenza di proposte di acquisto: una determinante che, a sua volta, apre scenari di interpretazione per poterne valutare le sotto-cause, riconducibili per lo più a prezzi ritenuti troppo elevati da parte dei potenziali acquirenti (il 66 per cento degli operatori lo sostiene, in incremento di 13,3 punti percentuali rispetto al trimestre precedente).
Un’altra causa di cessazione dell’incarico non è invece legata alla quantità di proposte di acquisto ricevute, bensì alla qualità delle stesse: il 46,4 per cento degli operatori segnala infatti che tra le determinanti fondamentali della cessazione degli incarichi a vendere ci siano proposte di acquisto a prezzi ritenuti troppo bassi da parte dei venditori (contro il 55,3 per cento del trimestre precedente).
Aumenta inoltre la quota di venditori che dichiara di voler rinviare la vendita in attesa di prezzi migliori (a 26,2 per cento, contro 20,4 per cento del trimestre precedente). Stabile infine la quota di agenti immobiliari che segnala difficoltà ad accedere al mutuo quale causa della decadenza degli incarichi (circa il 25 per cento).
Peggiora il saldo degli incarichi a vendere
In un simile contesto, Bankitalia conferma che lo scostamento tra le percentuali di risposte che indicano un aumento e quelle che indicano una diminuzione dei nuovi incarichi a vendere sia drasticamente calato a 4 punti percentuali, contro i 15,9 punti percentuali della rilevazione precedente, con un deterioramento che è comune a tutte le principali macro aree geografiche.
Di contro, cresce la quota di agenti immobiliari che si attende prezzi stabili (a 73,1 per cento da 67,6 per cento) mentre cala la quota di quelli che si attendono una flessione (23,8 per cento contro 30,5 per cento).
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